Ci sono posti tutti uguali e poi ci sono posti che hanno una propria anima, un proprio carattere ed una propria identità, uno di questi è il Belludi Quarantadue a Riccione.
Siamo a Riccione, a pochi passi dal centro ma in una posizione un po decentrata rispetto alle zone più battute dai turisti. Il Belludi Quarantadue non si nota subito, anzi. Sembra quasi volersi nascondere allo sguardo, proprio come facevano negli anni 30 i bar clandestini che, nel periodo del proibizionismo, vendevano alcool ed un po di felicità dietro una coltre di fumo denso ed al ritmo di un po di musica jazz.
Il Belludi Quarantadue strizza l’occhiolino proprio a questa atmosfera, ti accoglie in un ambiente un po buio ma intimo, ricco di particolari che portano indietro nel tempo.
Basta accomodarsi su uno dei suoi divanetti rossi e sembra di essere in una Chicago del secolo scorso con la paura che possa entrare Al Capone da un momento all’altro.
Per fortuna di Al Capone neanche l’ombra, al contrario arriva Charles Flamminio che, con la sua voce un po roca, inizia a parlare di ingredienti di cui non hai mai sentito parlare, ti racconta aneddoti, storie ed inizi a fantasticare..
Charles ha origini molisane e dietro al suo sguardo simpatico nasconde un curriculum di tutto rispetto fra cui più di 10 anni di esperienza come barman del Grand Hotel di Rimini ed in tanti altri locali di livello. Tra migliaia di serate in giro per l’Italia ed il lunghissimo periodo in giro per il mondo alla corte dei bartender più importanti Charles Flamminio ha maturato un esperienza ed una conoscenza degli ingredienti impressionante…e lo si capisce subito da ciò che riesce a fare con le sue mani.
Le materie prime sono la sua ossessione. Charles va in cerca di liquori poco convenzionali e li fa diventare di moda, anzi spesso è lui stesso a crearli con una sapiente alchimia di ingredienti.
I drink preparati da Charles non sono semplici drink, è come essere catapultati in un altra dimensione dove il gusto, la ricerca e l’attenzione per gli ingredienti utilizzati raggiungono dei livelli ineguagliabili.
Guardare Charles Flamminio all’opera è come vedere un alchimista alle prese con ingredienti segreti, quasi magici. La sua concentrazione, il suo amore nel raccontare cosa sta creando ti rapiscono e ti fanno sognare, portandoti con la fantasia magari in un mercato marocchino o turco oppure in un monastero certosino, il tutto senza muoverti dal Belludi Quarantadue.
Inutile dire che i drink sono lontano anni luce da quelli che si è abituati a bere di solito. Ogni drink che abbiamo assaggiato raggiunge un equilibrio perfetto tra tenore alcolico e ricchezza degli ingredienti. Non c’è nulla che prevale, tutto è in perfetta armonia.
Durante la serata abbiamo assaggiato 3 cocktail diversi:
Novantesimo Minuto
è un grande pestato presentato in un innaffiatoio utilizzato come contenitore e creato con lime marinato in frigo per una notte con zenzero fresco e Amaretto di Saronno, zucchero di vaniglia, polvere di buccia d’arancia, dove al posto dell’acqua si usano 5 infusi di karkadè, ghiaccio, vodka e 3 aromi (chay tea, noce di macadamia, macarone).
127 RIMINI al Chartreuse
La chartreuse è un liquore prodotto in origine dai monaci certosini nelle cantine della certosa Grande Chartreuse, situata nelle prealpi della Chartreuse a Voiron, nel dipartimento dell’Isere nella Francia meridionale. Oggi il liquore è prodotto in una fabbrica nei pressi di Voiron, sotto la supervisione dei monaci della certosa.
Daiquiri al latte
Un cocktail semplice da bere ma non da fare, realizzato con Gin Riviera (4,5 cl), Anisetta Rosati (1,5 cl), infuso giapponese affumicato (0,5 cl) ed oleo saccarum (1,5cl)
Ogni drink un carattere diverso, ogni drink un viaggio olfattivo, ogni sorso un viaggio sensoriale. Difficile dire quale ci sia piaciuto di più, ma poi, perchè scegliere?!
Il Belludi Quarantadue è aperto tutte le sere (escluso la domenica) e si trova in Viale Armando Diaz 20 a Riccione.
Durante la serata abbiamo avuto modo di assaggiare anche l’Anisetta Rosati, un liquore, o meglio, un elisir, a base di anice verde realizzato secondo la ricetta originale del Laboratorio Chimico Farmaceutico del Cav. Umberto Rosati di Ascoli Piceno che risale al 1877.
La sua peculiarità è dovuta ad una distillazione discontinua a bagnomaria a lenta evaporazione, e ad un’attenta selezione dei semi di anice verde di Castignano (paese nei pressi di Ascoli Piceno) riconosciuti universalmente come i migliori e più profumati.