La meraviglia di bere un calice di vino, abbinarlo al piatto e ascoltare le parole di chi lo produce.
Il QuartoPiano Suite Restaurant quest’anno celebra i 10 anni di vita con una serie di eventi, uno più interessante dell’altro e questo che stiamo per raccontavi ne è l’esempio.
“Eccellenze di vino” è stata una serata diversa, una serata dove l’abbinamento cibo – vino l’ha fatta da padrona. A stretto contatto con alcuni produttori di vino della Romagna, ogni piatto dello Chef Silver Succi è stato abbinato un vino del territorio.
I protagonisti: 7 produttori di vino, Tenuta Colombarda, Ca’ di Sopra, Vini Marta Valpiani, Podere Vecciano, Tenuta Santa Lucia, San Valentino, Enio Ottaviani, un menù studiato dallo chef Silver Succi e l’abbinamento curato dal Sommelier Fabrizio Timpanaro.
Vi raccontiamo il menù della serata, poi lasciamo la parola a Fabrizio Timpanaro per una breve intervista, sommelier e grande padrone di casa, che ci ha accolto creando un ambiente familiare.
Si inizia con un’aperitivo di benvenuto, per affievolire la tensione iniziale, stuzzicare l’appetito con degli snack e salutare i produttori di vino.
Nel calici la possibilità di assaggiare tutti i vini proposti dai produttori.
A tavola i primi 3 piatti sono a base di pesce:
spuma di patate, ragù di seppia e briciole di pane abbinato a Zeno extra brut blanc de noirs Metodo classico Tenuta Santa Lucia.
Si prosegue con un carpaccio scottato di branzino con ricotta “fior di Romagna”, cicoriella e bottarga, accompagnato con la Rebola ViVi San Valentino.
Ultimo antipasto, tentacoli di piovra arrostiti con cavolo nero leggermente piccante, tropea, ceci e il suo ristretto in abbinamento con Albana di Marta Valpiani
A seguire il primo piatto, composto da mezzelune di pasta con cime di rapa, anguilla e gelée all’arancia in abbinamento con un calice di Famoso Pian delle Marne del Podere Vecciano
Il primo secondo è una zuppa di pesce “Caffè delle rose 1987 abbinato al Sangiovese (fresco) Caciara di Enio Ottaviani.
Il secondo a base di carne è agnello nell’agnello con purè di carote alla senape, verdure e polvere di liquirizia in abbinamento con il Marzeno Sangiovese dell’azienda Cà di sopra.
Il dolce è un cremoso al mascarpone glassato al cioccolato e frutta secca, cristalli di sale e zuppetta ai frutti di bosco in abbinamento con La Divina, Cagnina vendemmia tardiva Tenuta Colombarda
La carta dei vini del Quartopiano ha circa 700 etichette in continua evoluzione, ecco perchè incuriositi, abbiamo fatto qualche domanda al Sommelier.
1) Fabrizio, quale vino non dovrebbe mai mancare nella carta di un ristorante di livello?
Oggi i selezionatori dei ristoranti di livello si sono un pò discostati dalla classicità e sono diventati veri e proprio talent scout di piccole aziende artigianali.
10 -15 anni fa probabilmente avrei risposto Barbaresco di Gaja o Barolo di Rinaldi oppure ancora un mersault di Coche-Dury, al giorno d’oggi ti direi che non dovrebbe mancare una sezione di piccoli Vignaioli Artigiani. Non possiamo dimenticarci che oggi il vino oltre a essere un elemento edonistico è anche moda “purtroppo”.
2) Quanto reputi importante l’abbinamento vino-cibo?
Lo reputo decisivo, a patto che sia fatta con maestria ed esperienza, anche attraverso tentativi esasperati. E’ peraltro una questione di cultura, laddove noi vediamo Franciacorta e fritto, banalizzando, qualcun altro ci vede la birra.
In senso assoluto si tratta davvero di un esercizio esperienziale, entrando nel cuore della materia, si tratta di un lavoro di grande sensibilità, davvero soggettivo e non di codici imposti.
3) Parliamo dei vini di Rimini, “La Rebola porta con sé la brezza del mare e la sapidità delle onde”… cosa pensi di questo vino?
Penso che ha belle potenzialità, che siamo sulla strada giusta, ma che bisogna lavorare ancora tanto e stare con i piedi per terra. Qualcuno ha inneggiato al grande vino, io rimango un pò più timido ma decisamente ottimista. Alcuni produttori sono riusciti a esprimerle a livelli notevoli ed essere dei riferimenti per la tipologia, spesso li utilizzo nel nostro ristorante.
4) Come selezioni un vino del territorio da mettere in carta? Vai nelle cantine a conoscere la storia o valuti l’assaggio in se?
Di base valuto l’assaggio in se senza nessun condizionamento, molto spesso apro una bottiglia a casa e ne vedo il comportamento nei giorni successivi la stappatura.
Se poi ne sono colpito segue a ruota una visita in azienda.
Molto spesso sono fuori in banchi d’assaggio e questo mi aiuta molto per restare informato sulle novità.
5) Quanto contano il contesto, la compagnia e il proprio stato d’animo nel percepire… nel sentire un vino?
Tutto! Il vino buono è umorale e chi ne usufruisce se ne deve dedicare appieno, per me, è importante condividerlo con persone che almeno siano sensibili, non mi interessa se esperte o no, ma devono avere sensibilità alla vita. Questo per me fa la differenza.
6) Qual è in assoluto il tuo vino preferito?
Il vino vero!
Di base non esiste più per me “Il preferito”, ti potrei dire Barolo, Brunello o Pinot nero della Borgogna, ma tutti giorni mi smentisco da solo. A volte è questo, a volte quell’altro; dipende dai momenti, ma la conditio sine qua non, è che deve essere VERO!
7) Ti invitano a cena a casa di amici Fabrizio, e non sai se a tavola ci sarà carne o pesce… che vino porti?
Piana dei Castelli rosè brut a base di cesanese in purezza.
Un vino pazzesco conosciuto una settimana fà!!
Lunga vita alle cene con i nostri “piccoli” grandi produttori!