La Valle d’Itria è quella zona della Puglia caratterizzata da trulli, vigneti e uliveti centenari delimitati da muretti a secco che incorniciano strade e campagne.
Voglio raccontarvi una Puglia al di fuori della stagione estiva, voglio raccontarvi la mia Pasqua nella Valle d’Itria. La Valle d’Itria è magica, basti pensare ad Alberobello con i suoi 1400 trulli, patrimonio mondiale dell’Unesco, o a Locorotondo, il cui nome deriva dalla struttura circolare dei suoi edifici chiamate Cummerse, con i suoi particolari tetti spioventi.
Oppure alla città medievale di Cisternino, città anch’essa bianca, in cui almeno una volta nella vita ci si deve fermare per mangiare le bombette e gli gnumarieddi, in qualche macelleria/braceria nelle stradine il centro storico.
La Valle d’Itria è unica anche perché si può dormire in un trullo, come abbiamo fatto noi, nelle campagne tra Ostuni, Martina Franca e Ceglie Messapica.
E poi bisogna fermarsi a Ceglie Messapica, terra di buongustai con ristoranti di fama mondiale.
Scrivo questo post perchè da circa 4 anni passo le mie vacanze pasquali a Ceglie Messapica e voglio raccontarvi cosa si mangia e dove si deve andare per seguire i riti pasquali pugliesi.
CEGLIE MESSAPICA
Sono di parte. Città natale di Pietro, Ceglie Messapica è la nostra seconda casa.
A Ceglie si mangia bene, non a caso è città d’arte e terra di gastronomia. Sfido chiunque ad andare in qualsiasi trattoria/ristorante/pizzeria/ forno e mangiare male. Noi non siamo mai rimasti delusi.
Nel centro storico di Ceglie Messapica nel 2013 è nata la scuola di cucina “Mediterranean Cooking School” che vede come direttore la Chef Antonella Ricci del ristorante stellato “Il Fornello da Ricci“. Qui si tengono corsi di cucina per aspiranti cuochi e professionisti ma le porte sono aperte anche per appassionati provenienti dal tutto il mondo che si vogliono avvicinare alla cultura enogastronomica del mediterraneo.
Ceglie Messapica ha un centro storico molto curato, vicoli stretti che partono dalla piazza principale, piena di bar e trattorie, Piazza Pebliscito per poi arrivare all’imponente Chiesa Madre e proseguire in altre piccole piazzette. All’interno del centro storico, tanti ristorantini, trattorie dove fermarsi per un piatto di stacchiodde (orecchiette).
Da provare il biscotto cegliese, presidio Slow Food.
MARTINA FRANCA (nella foto sopra)
Siamo nel cuore della Valle d’Itria, Martina Franca rappresenta il punto esatto dove si incontrano le province di Bari, Brindisi e Taranto. Elegante e bella, ha un centro storico da togliere il fiato. Si entra dalla porta di Santo Stefano su Piazza XX Settembre, vista in molti film e spot in tv, per poi proseguire nel bianco centro storico, fatto di vicoli curati.
LOCOROTONDO
Bella, bianca e rotonda. Se arrivate da Martina Franca, la si può ammirare dalla strada, unica e magica nel suo genere.
Si nota subito la particolarità delle case di Locorotondo, sono strette, alte a forma rettangolare e hanno il tetto spiovente.
Fermatevi su Via Nardelli, il belvedere che si affaccia sulla Valle d’Itria, da qui non si vede il mare, ma un panorama fatto di vigneti, trulli e ulivi che caratterizzano la campagna tra Martina e Locorotondo.
Passeggiate lungo le vie del centro storico, delizioso e curato, e fermatevi nella Chiesa Madre San Giorgio impossibile da non visitare e notare visto che si alza imponente tra i vicoli di questo centro storico.
Questa foto è stata scattata la scorsa estate in una delle serate del Locus Festival, ad agosto, durante il quale abbiamo avuto la possibilità di salire sulla mongolfiera e vedere la Valle d’Itria come mai vista prima!
Grazie agli Instagramers Valle D’Itria.
Che in Puglia si mangi tanto e bene non è una novità, ecco tre golosità particolari tipiche del periodo pasquale in Puglia:
TARALLI DI PASQUA – PIDDICHEDDE
Ne vado matta, e non vedo l’ora che arrivi pasqua per mangiarli. Sono dei taralli dolci di grandi dimensioni, cotti al forno e ricoperti di glassa. Fatti raffreddare la glassa diventa bianca e croccante. Quindi croccanti fuori e morbidi dentro. Ottimi per dessert dopo pranzo accompagnati con il caffè.
CURRUCUL DI PASQUA
Chiamato anche “scorcella” deriva dalla parola“scarcerare” che stava ad indicare la scarcerazione dell’uomo dal peccato originale, grazie al battesimo.
“U currucul” lo trovate in diverse forme, a cuore, a colomba, a forma di paniere e in sostanza è un’ uovo sodo imprigionato nella treccia di pasta frolla. A volte lo colorano con gli zuccherini colorati, io “Da Antimo” a Ceglie Messapica l’ho trovato cosi, come nella foto. Si mangia il giorno di pasqua.
AGNELLINO DI PASTA DI MANDORLE
Siamo nella terra delle mandorle, basti pensare che a Ceglie Messapica, il biscotto cegliese, totalmente fatto di mandorle del territorio è diventato presidio SlowFood. Nei giorni di Pasqua in tutti i forni e pasticcerie si trovano gli agnellini – di tutte le dimensioni – fatti totalmente con la pasta di mandorle. Bellini da regalare, e da mangiare!
In Puglia ho scoperto dei riti pasquali particolari che tengono alta la fede e la spiritualità di questo territorio. Sono stata anni fa durante tutta la settimana santa in una città in provinca di Brindisi, a Francavilla Fontana, e ho ancora negli occhi le immagini di questa tradizione. Ho percepito le radici profonde di queste tradizioni attraverso il silenzio, la partecipazione e il rispetto dei francavillesi e dei tanti turisti partecipi a questa settimana.
I RITI PASQUALI A FRANCAVILLA FONTANA
Francavilla Fontana non fa parte della Valle d’Itria ma si trova a 15 minuti da Ceglie Messapica e secondo me è una delle città con dei riti pasquali più importanti dell’alto Salento che almeno una volta nella vita vanno vissuti.
Giovedì santo – il pellegrinaggio ai sepolcri:
Dal pomeriggio del Giovedì Santo fino al pomeriggio del Venerdì Santo c’è la tradizione del Pellegrinaggio nelle chiese di Francavilla Fontana per visitare i Sepolcri.
Si chiamano “pappamusci” e sono pellegrini vestiti con camice bianco ricamato, con il viso coperto da un cappuccio, un cappello di pellegrino, il bordone e il rosario in mano. Camminano a piedi scalzi a due a due, fino alla prima Chiesa, pregano fino all’arrivo della seconda coppia di pellegrini, e al battere del bastone sul pavimento, si alzano si salutano incrociando le braccia e si recano nell’altra Chiesa. Tutto il giovedì sera e il venerdì mattina così, comminando molto lentamente e pregando.
Venerdì santo mattina – la processione delle Desolata:
La processione della Madonna Addolorata, ossia la Desolata, parte alle ore ore 8:00 del mattina e termina alle 12:00 del venerdì santo. Silenzio e rispetto lunghe le vie della città, un silenzio interrotto solo dal tipico suono delle “trenule“, tipiche anche nelle Marche, e cioè delle tavolette in legno con su delle maniglie in ferro che con il movimento del polso emettono un suono forte che va a sostituire il suono delle campane che in segno di lutto smettono di suonare.
Venerdì Santo sera- la processione dei misteri:
La processione dei misteri rappresenta il momento più alto e suggestivo della Settimana Santa e va in scena la sera del Venerdì Santo.
La processione dei misteri si snoda lungo le vie della città ed ha un richiamo molto forte sulla gente del luogo e sulle congreghe di appartenenza.
Nel cammino, gli appartenenti alle congreghe trascinano, per devozione, pesanti croci camminando a fatica e a piedi scalzi facendo strisciare per terra la croce.
Il tutto accompagnato dalla banda che musicale del paese che suona struggenti marce funebri e dalle statue religiose rigorosamente portate a mano.