Il sole di Gwada: 10 giorni a Guadalupa

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Ritornare al lavoro dopo una vacanza non è mai semplice ma stavolta devo dire che mi sembra più dura del solito.

Passare dai 30 gradi ai -2 è una bella botta, senza parlare poi che fino a 3gg fa nuotavo nel meraviglioso mare della Guadalupa mentre ora sono qui davanti ad un pc 🙂

Non nascondo che prima di prenotare mi sono chiesto: ma dove si trova Guadalupa?
Guadalupa (Gwada per i locali) è l’isola più grande delle Piccole Antille; la sua forma ricorda una farfalla ed assieme ad altre piccole isolette compone un arcipelago incastinato nello splendido mar dei Caraibi.

Come ci si arriva?
Arrivarci non è semplicissimo. Bisogna necessariamente fare scalo a Parigi cambiando aeroporto visto che tutti i voli per Pointe-a-Pitre partono da Parigi Orly mentre dall’Italia si arriva quasi sempre a Charles de Gaulle. Airfrance mette a disposizione una navetta gratuita che consente il transfer tra un aeroporto e l’altro.

Dopo 8 ore di volo il primo impatto arrivati a Gwada è, diciamo caldo. E’ tardo pomeriggio ma ormai è buio (il sole tramonta tutto l’anno verso le 6 e 30), l’aria è calda e la gente sorridente. Ci basta.

L’isola è in realtà composta da 2 isole separate da un piccolo canale, totalmente differenti tra di loro: Basse-Terre, caratterizzata dalla foresta tropicale, dal vulcano Soufrière (1476 m) la cui sommità è sempre coperta da nuvole e da una vegetazione a dir poco “selvaggia” e Grande-terre, pianeggiante, coperta per la quasi totalità da coltivazioni di canna da zucchero e circondata da splendide spiagge e dalla barriera corallina.

In 10gg abbiamo fatto più di 1600 km e visto quasi tutte le spiagge di Gwada e dell’isola di Marie Galante. Ecco dove sono e come trovarle:

Girare per l’isola è molto semplice, le strade principali sono tenute bene ma appena ci si spinge fuori dai percorsi battuti siate pronti ad un pò di avventura. Anche l’accesso alle spiagge è qualche volta difficoltoso perche lo sterrato è pieno di buche…che qualche volta diventano crateri.

Pointe-à-Pitre è la città più importante e popolosa ma non la capitale politica che è invece Basse-Terre. E’ una città molto caotica che oltre al caratteristico mercato non offre molto di più.

Le altre cittadine spesso sono piccoli villaggi sul mare dove la vita scorre lenta e scandita dal rumore delle onde e dai sorrisi della gente che ride e scherza per strada.

La lingua ufficiale dell’isola è il francese e molti locali parlano il creolo. L’inglese non lo parla quasi nessuno ma la lingua dei gesti è conosciuta universalmente 🙂

I gusti alimentari sono molto simili a quelli europei vista la storica presenza francese. Da provare sicuramente:

Poulet boucané, pollo cotto sulla brace aromatizzata allo zucchero di canna e condito con una salsa molto particolare a base di olio ed altre spezie
Ti-Punch, una specie di aperitivo a base di Rhum agricolo, lime e zucchero di canna.
Rhum agricolo, ottenuto dal succo di canna fermentato
– l’enorme quantità di frutta esotica: banane, cocco, papaya, ananas, maracuja e mille altre cose colorate che non ho avuto il coraggio di assaggiare

Cosa mi rimarrà più impresso?
Il colore del mare, dal verde al blu intenso, i rumori ed i colori della foresta, i sorrisi e la disponibilità della gente del luogo.

Le signore del posto che con i loro banchetti improvvisati in spiaggia vendono uno strano sorbetto al cocco che tengono in un secchio di legno nel quale versano del ghiaccio per non farlo sciogliere.

I ragazzi che raccolgono i cocchi in spiaggia e con le loro sciabole lo tagliano in modo da farne bere il latte.


Le venditrici di costumi e pareo che per mostrare i loro prodotti fanno delle vere e proprie sfilate davanti ai bagnanti.

Su Flickr un set con una piccolissima selezione delle 1000 foto scattate.

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